Magazine RDS

Addio ad Arnaldo Pomodoro: il celebre scultore italiano è morto il giorno prima di compiere 99 anni


Il mondo dell’arte saluta uno dei suoi protagonisti più visionari. Arnaldo Pomodoro si è spento a Milano nella serata di domenica 22 giugno, un giorno prima del suo 99° compleanno. A darne notizia è la Fondazione che porta il suo nome, oggi diretta da Carlotta Montebello: “Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa.”


Nato a Morciano di Romagna il 23 giugno 1926, Pomodoro ha attraversato quasi un secolo di arte e storia con uno sguardo sempre personale, profondo, riconoscibile. Le sue sculture, celebri in tutto il mondo, hanno definito un nuovo modo di pensare la materia, lo spazio e il tempo.


L’artista delle forme che raccontano il mondo


Pomodoro era molto più di uno scultore: era un architetto di pensieri, un costruttore di enigmi, un poeta della geometria. Le sue opere — monumentali, possenti, stratificate — si trovano a Roma, Milano, New York, Tel Aviv, Los Angeles. Soprattutto, non si limitano ad “abitare” gli spazi urbani: li trasformano, li interrogano, li arricchiscono.


Bronzo, acciaio, marmo: materiali duri, freddi, resi vivi da un linguaggio che mescola simbolismo arcaico e tensione contemporanea, spingendo lo spettatore a guardare oltre la superficie. Tra liscio e rugoso, pieno e vuoto, chiuso e aperto, le sue sculture dialogano con la scienza, la storia, la memoria collettiva.


Una carriera lunga e coerente


Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Pomodoro si trasferisce a Roma. È in quegli anni che inizia a farsi notare, in una scena artistica viva e in fermento. Nel 1959 si stabilisce a Milano, città che diventerà la sua casa e il suo laboratorio creativo. Pur frequentando il movimento dell’arte cinetica, rimarrà sempre fedele alla scultura come mezzo privilegiato di espressione.


Il suo stile? Riconoscibile, stratificato, potente. Ispirato da arte primitiva, simbolismo mesopotamico, architettura e ingegneria, Pomodoro ha portato avanti una visione coerente e personalissima, fondata sull’idea che l’arte debba interagire con lo spazio e il tempo. Le sue opere non sono semplici installazioni: sono esperienze da vivere.


Le opere simbolo di un secolo


Tra le sue creazioni più celebri, impossibile non citare:



Un’eredità che parla al futuro


Oltre alla sua produzione artistica, Arnaldo Pomodoro è stato anche un maestro generoso, insegnando in importanti accademie e contribuendo a formare nuove generazioni di artisti. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Giorgio Morandi nel 2012 e il Premio Cromatismi nel 2016.


La sua arte non ha mai cercato la moda: ha cercato il senso. Per questo oggi le sue opere restano attuali, in grado di parlare a chi osserva anche dopo decenni.


Arnaldo Pomodoro ha costruito un ponte tra l’antico e il moderno, tra il visibile e l’invisibile. La sua morte lascia un vuoto profondo, ma il suo lavoro continuerà a dialogare con il mondo. Come ogni grande artista, continuerà a vivere nelle sue opere, nella materia che ha trasformato in pensiero.


Foto: LaPresse.