Aurora Ramazzotti non ha ancora fissato una data precisa, ma ha le idee molto chiare: le nozze con Goffredo Cerza saranno nel 2026, lo stesso anno in cui spegnerà le sue 30 candeline. Dopo otto anni d’amore e la nascita del piccolo Cesare, la coppia è pronta al grande passo, ma senza fretta né pressioni.
“Non farò la festa dei 30 anni perché la mia testa è al matrimonio che sarà nel 2026”, confessa l’influencer in un’intervista in cui si racconta a tutto tondo, dalla maternità al rapporto con i genitori, passando per l’educazione del figlio.
Una nuova consapevolezza dopo la gravidanza
Diventare mamma l’ha trasformata profondamente, dentro e fuori. “Sono arrivata alla gravidanza con una consapevolezza del mio corpo diversa… Non potevo vivere senza criticarmi e giudicarmi costantemente e, dopo la gravidanza e il conseguente cambio fisico, questo non mi è più importato”.
Una svolta importante per chi, come lei, è cresciuta sotto i riflettori fin da bambina.
Su Michelle ed Eros: “Non sono presenti come vorrei, ma li capisco”
Aurora non nasconde il suo amore per i genitori, Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, ma si mostra anche lucida e matura nell’analizzare il loro ruolo oggi.
“Anche se mi affido tantissimo a loro, non sono presenti per me come vorrei” ammette. “Eros e Michelle non sono dei nonni classici: lavorano tantissimo e hanno figli ancora piccoli. La condizione dei nonni-genitori un po’ mi pesa… magari mi fa soffrire un po’, ma capisco che loro abbiano le loro vite”.
Una consapevolezza costruita nel tempo, anche attraverso le difficoltà: “Ho imparato prima dei miei coetanei che i genitori non erano invincibili, perfetti e supereroi. Questo aspetto è la cosa più difficile che devono affrontare i ventenni. Mi sento una figlia su cui il genitore può contare: ho potuto sperimentare il ruolo di cura dei miei fratelli, stare vicina ai miei genitori nei momenti difficili”.
E aggiunge: “Non ho niente contro i miei genitori, ne parlo benissimo perché sono fantastici. Io ho imparato molto da loro perché sono stata la loro prima esperienza nella vita. E ho capito che, quando una persona dà tutto il suo meglio, non è incriminabile. Ho assorbito la loro passione per il lavoro”.
Smartphone e bambini: “Mio figlio è screen-free anche al ristorante”
Sul fronte educativo, Aurora ha già le idee chiare, soprattutto quando si parla di tecnologia. “La concessione dello smartphone è diventata un problema sociale. A volte guardo lo screen time del mio cellulare e mi vergogno di me stessa. Se fa male a noi, figuriamoci cosa possa sortire su un cervello in via di sviluppo”.
Per Cesare, la regola è ferrea: niente schermi. “Mio figlio è screen-free anche al ristorante, ha due anni ma sta tranquillo perché lo imbottisco di focaccia e sta buono”. E lancia una proposta destinata a far discutere: “Servirebbe una legge per impedire i device a scuola. Il problema è lo smartphone perché hai tutto lì, è una fonte di dopamina in ogni momento”.