Raoul Bova è stato ascoltato martedì 16 settembre in Procura a Roma dal pubblico ministero Eliana Dolce come persona offesa nell’inchiesta sulla diffusione degli audio privati scambiati con la modella Martina Ceretti.
L’attore, accompagnato dal suo avvocato David Leggi, non ha nascosto la rabbia e la delusione per una vicenda che lo ha travolto. “Sono rimasto sconvolto, perché le minacce sono diventate realtà”, avrebbe detto Bova al pm, rivendicando la sua scelta di non cedere ai ricatti: “Ho capito subito lo scopo di chi mi ha telefonato, ma non mi sono fatto intimidire. Ho detto che non mi sarei piegato”.
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, Bova denunciò immediatamente i tentativi di ricatto. Poco dopo, però, audio e messaggi finirono sul canale YouTube di Fabrizio Corona: a inviarglieli sarebbe stato il pr Federico Monzino, ora indagato per tentata estorsione.
Il ruolo di Monzino e di Martina Ceretti nella vicenda di Raoul Bova
Il cellulare di Monzino è stato sequestrato nelle scorse settimane. In un primo momento, il pr aveva negato di essere l’autore dei messaggi a Bova, sostenendo di aver girato gli audio solo a Corona. Ma dagli ultimi sviluppi sono emerse prove che lo metterebbero in difficoltà: la stessa Ceretti avrebbe infatti ammesso di aver inoltrato i file al suo amico Monzino.
Un dettaglio pesante per le indagini, perché lo stesso Monzino avrebbe poi raccontato agli investigatori di aver condiviso con Ceretti la decisione di passare quei contenuti a Corona per far sì che “Martina potesse diventare famosa”.
La vicenda giudiziaria
I messaggi ricattatori a Bova sarebbero arrivati all’inizio di luglio da un numero spagnolo ancora da identificare. Solo successivamente gli audio sarebbero finiti a Corona, che li ha diffusi pubblicamente il 21 luglio scorso. Ora la Procura di Roma lavora incrociando i dati estratti dai cellulari di Monzino e Ceretti, tra conversazioni, trasferimenti di file e app utilizzate, per ricostruire il percorso dei contenuti privati dell’attore.
Raoul Bova, che aveva già definito questa vicenda “una vera violenza”, resta fermo sulla sua posizione: non si è piegato ai ricatti e oggi chiede giustizia per un caso che ha ferito profondamente la sua vita privata.
Raoul Bova spera che Rocío Muñoz Morales resti nella sua vita anche dopo lo scandalo: lei risponde così
Dopo un lungo silenzio, Raoul Bova ha scelto di rompere gli indugi e parlare apertamente di quello che i media hanno già definito lo “scandalo” delle chat e degli audio rubati. L’attore ha voluto chiarire la sua posizione, raccontando la propria verità e ribadendo di non essersi mai piegato ai ricatti. Nonostante tutto, Raoul ha una speranza: ecco la risposta di Rocío.
Foto: LaPresse.