Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Archimede: non sono solo nomi, ma simboli di una lunga battaglia. Dopo anni di esperimenti, proteste e appelli, i cinque macachi detenuti presso l’Università di Ferrara sono stati liberati e trasferiti in un centro specializzato nel sud della Spagna, dove potranno vivere secondo la loro natura etologica, lontani da gabbie e laboratori.
Una svolta dopo il caso Orazio
L’attenzione mediatica e pubblica sul caso era esplosa dopo la morte del macaco Orazio, deceduto con un impianto al titanio installato sul cranio. L’episodio aveva suscitato profonda indignazione, alimentando la richiesta di fermare la sperimentazione su primati e di trasferire gli animali in strutture adeguate.
A far scattare la svolta è stata la mobilitazione di diverse associazioni animaliste, che hanno condotto azioni legali, manifestazioni, flashmob e petizioni, coinvolgendo centinaia di cittadini. Il caso ha rappresentato uno dei più discussi in Italia sul fronte della sperimentazione animale.
Il centro GRAAL accoglie i macachi in Spagna
A prendersi cura ora dei cinque macachi è GRAAL, un’associazione francese che si occupa del recupero di animali provenienti da laboratori. La sede spagnola in cui sono stati accolti è dotata di ampie aree verdi, alberi e spazi aperti, in cui i primati possono socializzare e riscoprire comportamenti naturali.
La chiusura di questa linea di ricerca su primati segna anche un punto a favore per la ricerca scientifica alternativa: metodi non invasivi, predittivi e rispettosi del benessere animale stanno guadagnando sempre più terreno, sostenuti da una crescente sensibilità etica.
Quella dei cinque macachi non è solo una storia di sofferenza, ma anche di speranza e rinascita. Da cavie a esseri liberi, finalmente Clarabella, Eddi, Cleopatra, Cesare e Archimede potranno vivere tra alberi, sole e libertà.
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