Per anni a rischio estinzione, la lontra europea (Lutra lutra) è finalmente tornata a far parlare di sé in Francia, dimostrando una sorprendente capacità di ripresa. Uno studio pubblicato su Biological Conservation racconta come, tra il 2009 e il 2023, l’area in cui questo affascinante mammifero semi-acquatico vive si sia ampliata del 40%. Un risultato che non nasce dal caso, ma dall’unione di tutela ambientale, ricerca scientifica e impegno collettivo.
La dura battaglia della lontra e com’è cambiato il presente
Nel corso del XX secolo la lontra ha dovuto affrontare una dura battaglia: caccia indiscriminata, inquinamento e perdita degli habitat naturali ne avevano ridotto drasticamente le popolazioni. Negli anni ’80, però, la svolta: la specie è stata dichiarata protetta, la caccia vietata e gli ultimi nuclei isolati si sono trovati confinati soprattutto nel Massiccio Centrale e lungo la costa atlantica.
Oggi, però, la situazione è cambiata radicalmente. Le popolazioni sparse si sono ricongiunte e hanno ampliato il loro territorio, creando una rete continua che si estende fino alla Borgogna, alle zone montane e persino ai fiumi vicino al Mediterraneo. Questo ritorno testimonia la straordinaria adattabilità della lontra, a patto che gli ambienti restino ricchi di risorse e lontani dal disturbo umano.
Un importante lavoro di monitoraggio e tutela
Il monitoraggio di questa rinascita si deve a un imponente lavoro di raccolta dati: oltre 40.000 segnalazioni tra impronte, feci e avvistamenti, grazie al contributo di scienziati, volontari e naturalisti. In particolare, le feci — note per il loro caratteristico odore di miele — si sono rivelate un indicatore prezioso per mappare la presenza dell’animale. Questi dati sono stati elaborati con un modello statistico innovativo, capace di correggere gli errori di osservazione e di considerare le preferenze ecologiche della lontra.
Il successo di questa operazione è la dimostrazione che la scienza partecipata può fare la differenza. Ma non è ancora tempo di abbassare la guardia: per garantire un futuro stabile alla lontra sarà necessario continuare a proteggere e collegare gli habitat, oggi minacciati da strade, dighe e urbanizzazione.
Il ritorno della lontra in Francia non è solo una buona notizia per la biodiversità, ma un esempio concreto di come tutela, ricerca e impegno collettivo possano davvero cambiare le cose.
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