Il 9 luglio 2025 sarà ricordato come una data simbolo per i diritti degli animali. Dopo oltre un decennio di lotte, campagne e mobilitazioni pubbliche, il Brasile ha approvato una legge che vieta la sperimentazione animale a fini cosmetici. Una svolta storica per uno dei più grandi mercati del beauty mondiale.
Con il sì definitivo della Camera dei Deputati, è ora ufficiale: niente più test su animali vertebrati per cosmetici, profumi o prodotti per l’igiene personale. Ma non solo. La legge vieta anche la vendita di prodotti o ingredienti testati su animali, salvo nei casi imposti da normative internazionali. In quei casi, però, le aziende non potranno più dichiararsi “cruelty free” né utilizzare diciture ambigue come “non testato su animali”.
Una battaglia lunga 10 anni per il benessere degli animali
Tutto è iniziato nel 2013, quando venne presentato il primo disegno di legge. Il provvedimento, però, era rimasto per anni bloccato nei meandri della burocrazia. A riaccendere i riflettori sulla questione ci hanno pensato organizzazioni come Te Protejo e Humane World for Animals, supportate da una petizione su Change.org firmata da oltre 1,6 milioni di persone. Una pressione pubblica così forte da rimettere il testo in agenda e portarlo finalmente all’approvazione.
Un segnale forte per l’industria cosmetica
L’obiettivo ora è chiaro: costruire un mercato più etico, trasparente e sostenibile, in sintonia con una società sempre più attenta al rispetto degli animali. E non è solo una questione morale: la scienza ha già sviluppato alternative valide e affidabili, come le colture cellulari, i modelli computazionali o la bio-stampa 3D. Tecnologie avanzate che rendono i test sugli animali non solo crudeli, ma anche obsoleti.
Il Brasile si unisce a una tendenza globale
Con questa legge, il Brasile diventa il 45º Paese al mondo a bandire la sperimentazione cosmetica sugli animali. In America Latina, si affianca a nazioni come Cile, Messico, Colombia, Ecuador, Guatemala e Panama, consolidando un trend globale verso il rispetto e la tutela degli esseri viventi.
E ora?
Manca solo la firma del Presidente e l’attuazione concreta da parte dell’ANVISA, l’agenzia sanitaria brasiliana, che avrà due anni di tempo per definire e approvare i protocolli alternativi. Una legge che non riguarda solo laboratori e industrie, ma che parla a tutta la società: una scelta di civiltà che guarda al futuro.
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