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La Svizzera è dalla parte degli animali: bandite le pellicce per combattere la crudeltà


In Svizzera le pellicce non fanno più moda. O almeno, non quelle che arrivano da allevamenti dove gli animali vengono maltrattati e uccisi in modo crudele. Dopo anni di dibattito e normative poco rispettate, il governo ha deciso di cambiare passo: dal 1° luglio 2025 entra in vigore un divieto ufficiale di importazione delle pellicce ottenute con pratiche non etiche.


Il 28 maggio 2025 il Consiglio federale ha infatti adottato un messaggio relativo alla cosiddetta Iniziativa pellicce, proposta per vietare l’ingresso nel Paese di questi prodotti. Ma invece di accogliere in toto l’iniziativa popolare, l’esecutivo ha scelto un’altra strada: un controprogetto indiretto, considerato più efficace e soprattutto più compatibile con gli accordi internazionali.


Non solo importazione: si vieta anche la vendita


Il nuovo testo non si limita a chiudere le frontiere alle pellicce crudeli. Va oltre, vietando anche il commercio sul territorio svizzero di prodotti che non rispettano gli standard del benessere animale. Una svolta significativa, che sposta la responsabilità direttamente su chi vende: pelliccerie, boutique di moda e piattaforme online saranno obbligate a dimostrare l’origine etica dei capi. In caso contrario, quei prodotti dovranno sparire dagli scaffali – e i responsabili rischiano conseguenze penali.


Ma come si stabilisce se un metodo è “crudele”? Il riferimento è chiaro: i criteri definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità animale, che promuove condizioni di vita dignitose per ogni specie. In pratica, chi vende pellicce dovrà dimostrare che gli animali non sono stati sottoposti a sofferenze evitabili durante l’allevamento o l’abbattimento.


Più controlli e sanzioni: la linea dura della Confederazione


Per garantire l’efficacia della misura, la Svizzera rafforzerà i controlli sia alle frontiere che nei punti vendita interni. Chi proverà a importare illegalmente pellicce “non etiche” sarà sanzionato, e la merce verrà sequestrata. Nel frattempo, il Consiglio federale ha già attivato un’ordinanza che anticipa il divieto di importazione, valida dal 1° luglio 2025 con un periodo transitorio di due anni. Il tempo necessario per permettere al settore di adeguarsi.


Una presa di posizione forte, che manda un messaggio inequivocabile: in Svizzera non c’è più spazio per prodotti che fanno soffrire gli animali.



Foto: iStock.