La Polonia compie una svolta storica: il Paese ha approvato un divieto totale all’allevamento di animali destinati alla produzione di pelliccia, chiudendo un settore che l’ha resa per anni il maggiore produttore europeo e il secondo al mondo dopo la Cina. Una decisione che segna un cambio di rotta netto e arriva mentre cresce l’attenzione internazionale sul tema del benessere animale.
Polonia, stop totale agli allevamenti da pelliccia: cosa cambia ora
Il presidente polacco Karol Nawrocki ha recentemente firmato la legge che mette fine a un comparto che ogni anno allevava circa 3 milioni di volpi, cani procioni e cincillà. Lo stop, però, sarà graduale: gli allevamenti resteranno attivi fino al 31 dicembre 2033, data ultima per cessare ogni attività.
La scelta è stata accolta con entusiasmo dalle associazioni animaliste, in particolare da Humane World for Animals Europe, che da anni si batte per la chiusura degli allevamenti da pelliccia. La misura è passata con un ampio consenso politico, sostenuta anche dal recente parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha definito la sofferenza in questi allevamenti “sistematica”.
A sottolineare la portata del provvedimento è Iga Głażewska-Bromant, direttrice di Humane World for Animals Polonia: “Questo è un momento storico per la protezione degli animali in Polonia, che pone fine alla sofferenza e alla morte di milioni di animali allevati per le loro pellicce…”
La decisione segue l’Iniziativa Europea “Fur Free Europe”, che ha raccolto 1,5 milioni di firme. Intanto, in Italia il divieto è attivo dal 1° dicembre 2022.
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