L’Italia potrebbe compiere un passo decisivo nel riconoscere cavalli e asini come parte del patrimonio affettivo del Paese. Alla Camera è arrivata una nuova proposta di legge che punta a vietare la macellazione degli equidi e ad attribuire loro lo stesso status degli animali d’affezione, come cani e gatti. L’obiettivo è superare un modello di sfruttamento ancora diffuso e aprire la strada a un approccio più rispettoso e moderno.
A sostenere la necessità del cambiamento ci sono anche i dati Ipsos 2025: il consumo di carne equina è in calo da anni e oggi solo il 17% di chi mangia carne dichiara di consumarla almeno una volta al mese. Tra chi la evita, l’83% indica motivazioni legate all’empatia e all’assenza di abitudine. Per molti italiani, cavalli e asini non sono più considerati animali da reddito, ma compagni, figure emotivamente vicine e culturalmente importanti.
Cavalli e asini come cani e gatti: il Parlamento valuta il divieto di macellazione
La proposta interviene su più fronti: da un lato introduce nuove tutele per cavalli e asini, dall’altro prevede strumenti di monitoraggio affidati alle Asl per garantire una gestione trasparente e responsabile degli equidi presenti sul territorio.
Un capitolo centrale riguarda la riconversione degli allevamenti oggi destinati alla filiera alimentare: il testo incoraggia il passaggio verso attività a impronta vegetale e più compatibili con i principi del benessere animale. Un cambio di paradigma che guarda a un futuro meno impattante e più in linea con la crescente sensibilità ambientale.
Nel pacchetto rientra anche il divieto di utilizzo della PMSG, un ormone prodotto nelle “fattorie del sangue”, dove migliaia di cavalle sono sottoposte a prelievi ripetuti per aumentare la produttività degli allevamenti intensivi. La proposta punta a chiudere la porta a pratiche considerate invasive e dolorose, offrendo alternative produttive non basate sulla sofferenza animale.
Durante la conferenza di presentazione sono stati diffusi i risultati di una nuova indagine condotta da Animal Equality Italia tra il 2024 e il 2025 in un macello equino dell’Emilia Romagna. Le immagini documentano tentativi di stordimento ripetuti e inefficaci, situazioni di forte stress e condizioni che, pur avvenendo sotto controllo veterinario, mostrano limiti evidenti nell’applicazione delle norme sul benessere animale. Per l’associazione, gli equidi vivono in una sorta di vuoto giuridico: tutele esistono, ma non impediscono violazioni sistemiche.
Ora la discussione passa alla politica: la proposta apre un confronto che potrebbe segnare un punto di svolta. La domanda è se il Paese sia pronto a riconoscere definitivamente cavalli e asini come animali d’affezione e chiudere la stagione della loro macellazione.
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