Durante l’half-time show della finale del Mondiale per club di ieri tra PSG e Chelsea, la sorpresa è stata sicuramente l’esibizione dei Coldplay apparsi al MetLife Stadium dopo gli artisti in scaletta ovvero J Balvin, Doja Cat e Tems per cantare la loro “A sky full of stars” insieme a Emmanuel Kelly, artista australiano, diventato famoso nel 2011 quando 18enne, canta “Imagine” di John Lennon nell’X Factor australiano. Da allora la sua carriera è decollata, è finito negli Stati Uniti dove ha lavorato con varie star, da Quincy Jones a Bruno Mars. Per poi, recentemente, raccogliere l’invito dei Coldplay e Chris Martin a seguirli nel Music of the Spheres World Tour.
Per chi non l’avesse già notato ieri, Emmanuel è uno straordinario artista, diversamente abile e con una storia incredibile che parte dall’Iraq quando,da bambino, viene trovato in una scatola su un campo di battaglia da “un paio di soldati che si stavano presumibilmente sparando l’un l’altro” come ha raccontato il cantante australiano.
Quello che è stato chiaro, da subito, è che già in quella scatola gli arti di Emmanuel erano stati danneggiati dalla guerra chimica. Le sue prospettive di vita erano scarse e, al pari del fratello Ahmed, ha dovuto fare i conti con una serie di interventi chirurgici a braccia e gambe. I due fratelli hanno vissuto nell’orfanotrofio Madre Teresa di Baghdad per i primi anni di vita, fino a quando sono stati portati in Australia dall’operatrice umanitaria Moira Kelly, che ha deciso di prendersene cura e diventare la loro madre adottiva.
A 17 anni la sua esibizione a X-Factor e poi la decisione di lavorare nella musica. La sua amicizia con Chris Martin? Nata nel 2016. Per lui il raggiungimento di un sogno, visto che la prima canzone che aveva imparato in inglese era “Yellow” e fin da adolescente aveva appeso sullo specchio un cartello con scritto: “Un giorno andrò in tour con i Coldplay”. Ieri sera sarà stato doppiamente felice visto che è tifoso del Chelsea. Infine: suo fratello Ahmed è diventato un nuotatore e ha partecipato a quattro edizioni dei Giochi Paralimpici, vincendo due medaglie d’argento.