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Fabri Fibra risponde a Valerio Scanu: il commento sul risarcimento di 70.000 euro


Dopo settimane di silenzio, Fabri Fibra ha finalmente affrontato pubblicamente la vicenda che lo ha visto condannato per diffamazione nei confronti di Valerio Scanu. Il rapper dovrà versare 70.000 euro di risarcimento al cantante sardo, in seguito a una sentenza definitiva della Cassazione legata al brano A Me Di Te (2013), in cui Scanu veniva descritto con termini giudicati offensivi.


“Come l’ho presa?”: La risposta di Fabri Fibra alla sentenza su Valerio Scanu


Le polemiche attorno alla vicenda non si sono fatte attendere. Sui social, molti utenti hanno accusato Scanu di voler censurare l’arte e di non rispettare la libertà di espressione. Ma il cantante ha risposto con fermezza: “Mi dicono che siamo in democrazia e che quindi ci deve essere libertà. Qualcuno dice che un cantante può dire tutto quello che vuole, anche offendere un altro artista. Allora se vi piacciono così tanto queste composizioni, fatevene fare una uguale per voi o per le vostre madri.”


Ora, con l’uscita del suo nuovo singolo Che gusto c’è, Fabri Fibra ha concesso un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha commentato per la prima volta la sentenza: La sentenza è quello che è, non ci sono tanti modi per prenderla: l’ho presa. Ma non penso sia una minaccia alla libertà di parola, come ho letto in giro, anzi secondo me è tutto il contrario. Io sono stato liberissimo di dire quel che volevo dire.”


Il rapper ha poi sottolineato l’importanza di assumersi la responsabilità delle proprie parole: Non è vero che non puoi dire le cose, ma logicamente ci sono quelle che ti faranno pagare un prezzo e porteranno a delle conseguenze. Se sei un artista, la mia domanda è: tu dici le cose perché le puoi dire o non le dici perché hai paura di pagare le conseguenze?”


Infine, Fibra ha chiarito di non aver mai avuto contatti diretti con Scanu: “A dire la verità no, ma non per niente, io non lo conosco, non l’ho mai visto. Ma io non conosco nessuno. Per me è molto importante la distinzione fra l’artista e la persona: io parlo dell’artista, se ci sono degli attacchi sono sempre alla figura pubblica, che si chiama pubblica perché è esposta, anch’io sono esposto. La mia intenzione è di confrontarmi con il personaggio, con le persone non mi interessa.”


Foto: XX.