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L’espediente di Lucio Corsi per ricevere più voti possibili: svelata la sua strategia all’Eurovision


All’apparenza, Lucio Corsi è uno di quegli artisti che sembrano fare tutto con naturalezza. Niente sovrastrutture, niente artifici. Ma chi lo conosce — o semplicemente lo osserva con attenzione — sa che dietro quella semplicità c’è spesso una visione ben precisa, quasi artigianale, e nel caso dell’Eurovision 2025 questa visione si è trasformata in una strategia creativa e poetica per parlare a più persone possibile, senza snaturarsi.


La strategia di Lucio Corsi per i voti all’Eurovision


Il primo passo è stato formale ma fondamentale: Lucio Corsi ha chiesto che durante la sua performance dal vivo vengano mostrati i sottotitoli in inglese, così come abbiamo visto nella sua prima esibizione. Una prassi sempre più comune all’Eurovision per gli artisti che cantano in lingua diversa dall’inglese, e una scelta coerente con la volontà di rimanere fedele al testo originale in italiano di Volevo essere un duro.


Ma Lucio non si è fermato lì. La sua strategia non passa solo per le scelte istituzionali. Anzi, è sul piano artistico che ha giocato la sua carta più potente.


Il progetto video in sei lingue


Da alcuni giorni, sul suo canale YouTube è apparso un video particolare, e non uno solo: sei versioni, in sei lingue diverse — italiano, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese e francese. Non si tratta di un semplice lyric video né di un videoclip classico. E nemmeno di un cartone animato o un fumetto. È una narrazione visiva ibrida, una sorta di racconto disegnato che scorre, si avvicina, si allontana, si trasforma, seguendo parola per parola, immagine per immagine, il significato del brano.




Dietro il progetto ci sono Edoardo “Nettare” Garibbo, regista e animatore visionario, e Giulio Melani, autore delle “original character illustrations”. I disegni non illustrano semplicemente: accompagnano emotivamente il testo, amplificandone i dettagli simbolici e rendendo accessibili — anche a chi non parla italiano — le sfumature emotive e narrative della canzone.


È un modo delicato e originale di affrontare una delle sfide centrali dell’Eurovision: riuscire a far arrivare il messaggio di una canzone a milioni di persone che parlano lingue diverse. Corsi non ha tradotto il testo in inglese per cantarlo, non ha adattato il brano per “piacere di più”: ha mantenuto la sua lingua e la sua poetica, costruendo intorno ad esse un ponte visivo e simbolico, fedele alla sua cifra.



Una strategia sì, ma emotiva. E in fondo, all’Eurovision, dove la musica incontra l’identità e la rappresentazione, anche questo è un modo efficace (e onesto) di chiedere voti: essere se stessi, parlando a tutti e tutte.


Foto: LaPresse.