Il 30 ottobre del 1995 usciva Wonderwall, una delle canzoni più rappresentative dell’intera produzione degli Oasis se non semplicemente il loro singolo più celebre. Quello che li ha consacrati nelmondo come la band simbolo del BritPop. E quello che è diventato un inno generazionale sopravvissuto a tre decenni, allo scioglimento della band nel 2009 e, il 4 luglio di quest’anno, suonata sul palco del Principality Stadium di Cardiff, prima tappa del tour che ha sancito la reunion tra Liam e Noel Gallagher che poi l’hanno celebrata realizzando una nuova versione live, a Dublino.
Scritto da Noel Gallagher, il brano, quarto estratto dall’album (What’s the Story) Morning Glory?, venne realizzato in mezza giornata ai Rockfield Studios, in Galles.
 
 
Nel documentario che ne racconta la genesi Return to Rockfield, Noel svela di aver provato la canzone seduto su un muretto all’esterno dello studio di registrazione dove c’erano un sacco di pecore che lo guardavano e che non sapeva se era più spaventato lui o loro. 
 
 Sembra che durante la sessione in studio, Noel abbia chiesto a Liam di scegliere se cantare Wonderwall o Don’t Look Back in Anger, altro brano destinato a diventare tra i maggiori successi della band. E che Liam nonostante lo ritenesse “trip-hop” decise di cantarla lui. Dopo la rottura degli Oasis la canzone è stata interpretata da Liam, questa volta alla testa dei Beady Eye, in occasione della cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Londra.
Ma entrambi i fratelli hanno riproposto nei loro live il brano, che è una delle sole tre canzoni degli anni ’90 ad aver superato i due miliardi di streaming, raggiungendo anche la GenZ. Sul significato della canzone che in origine doveva intitolarsi Wishing Stones, in 30 anni ci sono varie interpretazioni, spesso a seconda di quale fratello ne parlasse.
Per Liam “wonderwall” (letteralmente “muro delle meraviglie”) è solo una “bella parola” che può voler dire “qualsiasi cosa”. Mentre Noel ha prima affermato che la canzone si riferiva ad una richiesta di aiuto rivolta alla sua ragazza di allora, Meg Matthews, poi diventata sua moglie, mentre anni dopo disse che il brano parla in realtà di “un amico immaginario che verrà a salvarti da te stesso”.
Senza contare la versione che intravede nel titolo un riferimento a Wonderwall music, il primo album da solista di George Harrison dei Beatles, pubblicato nel 1968.