“Galassie che brillano accanto ad altre galassie. Una piccola porzione dell’universo”, sono le parole utilizzate da Bill Nelson – amministratore capo della NASA, presentando al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden la prima immagine a colori del nuovo telescopio spaziale Webb.
È un passo avanti notevole per la scienza, Nelson aggiunge infatti che con il telescopio spaziale Webb saremo in grado “di rispondere a domande che non sappiamo ancora formulare”.
“Sono onorata di essere qui con voi. Oggi si apre un nuovo capitolo nell’esplorazione dello spazio”, ha dichiarato Kamala Harris alla presentazione delle straordinarie immagini.
Un momento storico per la scienza, la tecnologia e il mondo
“La prima immagine del telescopio spaziale Webb rappresenta un momento storico per la scienza e la tecnologia. Per l’astronomia e l’esplorazione dello spazio. E per l’America e per tutta l’umanità.”
Sono le parole che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha riportato in un tweet subito dopo la presentazione del telescopio dalla NASA.
La stessa foto è stata pubblicata in contemporanea dalla NASA, con le seguenti parole:
“È qui, la visione a infrarossi più profonda e nitida dell’universo fino ad oggi: il primo campo profondo di Webb.”
Che cosa ha catturato il telescopio spaziale
James Webb, il telescopio spaziale nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale canadese (Csa), nell’immagine pubblicata ha catturato l’ammasso di galassie SMACS 0723.
Non solo, come leggiamo sull’ANSA, il telescopio ha fotografato nell’infrarosso la Nebulosa della Carena (o Nebulosa di Eta Carinae), una delle più grandi e brillanti della Via Lattea, una culla di stelle massicce distante 7.600 anni luce; ha poi catturato le immagini del pianeta esterno al Sistema Solare WASP-96b, un gigante fatto soprattutto di gas che si trova a 1.150 anni luce dalla Terra; quelle della Nebulosa Anello del Sud, una nube di gas in espansione che circonda una stella morente, e quelle delle cinque galassie vicinissime fra loro note come il Quintetto di Stephan, distanti 290 milioni di anni.
Le 5 domande a cui si proverà a rispondere con Webb
In un’intervista all’Ansa parla Marco Sirianni, responsabile dello sviluppo del telescopio Webb per l’Esa.
“Per ognuno di questi oggetti cosmici il telescopio Webb ha catturato immagini con strumenti diversi”. dichiara Sirianni.
Ognuno dei cinque bersagli del telescopio spaziale Webb e dei suoi strumenti e corrisponde a cinque grandi temi di ricerca: la nascita delle stelle, la formazione dei pianeti, la nascita delle prime galassie dopo il Big Bang, l’evoluzione delle galassie, lo studio dei pianeti esterni al Sistema Solare.
Queste sono solo alcune delle prime domande: “altre non le conosciamo ancora e arriveranno dopo che i primi risultati avranno permesso di capire a fondo le potenzialità del nuovo telescopio spaziale, come era successo per Hubble”. Continua Siriani.
Conclude poi l’esperto:
“potremmo studiare in dettaglio quelli che conosciamo, con immagini e spettrogrammi che potrebbero contenere le impronte di elementi che si possono associare a condizioni che si concilierebbero con la vita”.
Foto: LaPresse