Un gesto di buona volontà si è trasformato in un disastro artistico al Keelung Museum of Art, a Taiwan. Un volontario, convinto di star facendo il suo dovere, ha provato a pulire quello che sembrava un semplice specchio impolverato. Peccato che non fosse un normale specchio, ma parte dell’installazione Inverted Syntax 16 dell’artista Chen Sung-chih.
Incidente in un museo di Taiwan: cosa è successo e le foto
L’incidente è avvenuto il 3 novembre, durante la mostra “We Are Me”. Mentre controllava le sale, il volontario ha pensato che la superficie avesse accumulato sporcizia e ha deciso di “dare una mano”. Quella polvere, però, non andava rimossa: era parte integrante dell’opera, progettata da Chen per evocare temi di memoria, ritualità e trasformazione. Il suo aspetto usurato e polveroso rappresentava la distorsione dell’autoconsapevolezza e i valori mutevoli della classe media.
Lo staff del museo è intervenuto subito, ma il danno si è rivelato irreversibile. La Keelung City Culture and Tourism Bureau ha poi pubblicato delle scuse ufficiali, spiegando di aver contattato l’artista e l’assicurazione per capire come procedere. La vice direttrice Cheng Ting-ching ha raccontato che, dopo un confronto d’emergenza, è emerso che il volontario non sapeva che quella polvere fosse parte del concept: credeva davvero di star facendo la cosa giusta.
Il caso non è isolato: nel 2016 delle addette alle pulizie in una galleria italiana buttarono via elementi di un’installazione scambiandoli per rifiuti; nel 2021, in Russia, una guardia disegnò degli occhi sopra un celebre dipinto d’avanguardia durante il suo primo turno. Anche qui la questione assicurativa potrebbe diventare un rompicapo: un legale ha osservato che rimuovere della polvere potrebbe non rientrare nella definizione di “danno materiale”.
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