Fare il pieno di sole e relax al mare italiano, quest’anno, costa ancora di più. Secondo un’indagine di Altroconsumo, una settimana sotto l’ombrellone con due lettini e magari una doccia scotta più del solleone: +5% rispetto al 2024, e ben +17% rispetto al 2021.
Insomma, il mare resta bellissimo, ma sempre più caro. E non per forza migliore.
“Ogni estate spendiamo di più per la stessa porzione di spiaggia”, denuncia l’associazione, puntando il dito contro il sistema delle concessioni balneari: poca concorrenza, prezzi in salita e cittadini penalizzati.
La classifica 2025: ecco dove si spende di più
A guidare la top 10 delle località più costose è Alassio, regina del caro-lettino: 340 euro per una settimana, con punte di 354 euro per la prima fila.
Ecco le altre località dove il portafoglio piange:
- Gallipoli – 295 euro
- Alghero – 240 euro
- Viareggio – 217 euro
- Taormina e Giardini Naxos – 204 euro
- Palinuro – 187 euro
- Anzio – 176 euro
- Senigallia – 158 euro
- Lignano Sabbiadoro – 154 euro
- Rimini – 150 euro
Aumenti ovunque, concorrenza quasi zero
In alcune località – come Alghero e Senigallia – l’aumento sfiora il +9% in un solo anno. Seguono Palinuro e Gallipoli (+7%), Anzio e Taormina (+5%).
Il punto? Si paga di più, ma non si ottiene di più. La gestione delle concessioni resta bloccata da anni, e i nuovi operatori faticano ad entrare. Il risultato è un’offerta poco dinamica e sempre più cara. Per chi vuole risparmiare, resta l’opzione spiaggia libera. Ma diventa sempre più difficile trovarne una vera. In molte zone – come Pietrasanta o Diano Marina – gli stabilimenti occupano fino al 90% del litorale. Le poche aree gratuite spesso si trovano in tratti marginali o poco curati.
Morale della favola? Tra inflazione, concessioni infinite e concorrenza assente, anche quest’estate rilassarsi in riva al mare rischia di essere un lusso per pochi.
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