Dopo mesi di attese e rinvii, gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche potrebbero finalmente partire a settembre 2025. L’annuncio è arrivato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, durante il question time del 30 luglio alla Camera. Il piano prevede un investimento di 597,3 milioni di euro per sostituire oltre 39.000 veicoli inquinanti con altrettanti mezzi a zero emissioni.
Si tratta di una misura molto attesa, in un Paese dove la transizione ecologica nel settore auto procede a rilento: basti pensare che nel primo trimestre del 2025 solo il 5% delle auto immatricolate in Italia è stato elettrico, contro una media UE del 17%.
Chi ha diritto agli incentivi e come funzionano
Il nuovo Ecobonus 2025 punta a favorire i redditi più bassi con uno schema di incentivi progressivo. Le famiglie con ISEE fino a 30.000 euro potranno accedere a un contributo massimo di 11.000 euro, mentre quelle con ISEE fino a 40.000 euro riceveranno fino a 9.000 euro, sempre per l’acquisto di un’auto completamente elettrica.
Sono escluse tutte le altre motorizzazioni, ibridi compresi. La rottamazione di un veicolo inquinante sarà obbligatoria per ottenere il bonus, e il prezzo del veicolo acquistabile non dovrà superare una soglia ancora da definire, ma che si stima tra i 35.000 e i 45.000 euro.
Tempistiche e vincoli: attenzione alle scadenze
Il programma resterà attivo fino al 30 giugno 2026, ma attenzione: i fondi arrivano dal PNRR e dovranno essere interamente spesi e rendicontati entro quella data. Questo significa che la finestra per usufruire del bonus sarà limitata, e sarà fondamentale farsi trovare pronti.
Quando la piattaforma per la richiesta degli incentivi verrà aperta, è probabile che si verifichi una corsa alle prenotazioni, come già accaduto in passato. È quindi consigliabile muoversi in anticipo, iniziando con l’ottenere l’attestazione ISEE, verificare la disponibilità di un’auto da rottamare, informarsi sui modelli elettrici compatibili con i criteri e, se possibile, fissare un test drive in concessionaria.
Incentivi anche per le microimprese
Il programma non si limita ai privati. Sono previsti incentivi anche per le microimprese, che potranno accedere a contributi fino al 30% del valore per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici (categorie N1 e N2), con un tetto massimo fissato a 20.000 euro.
Una misura che punta a ridurre le emissioni legate al trasporto merci urbano, uno dei fattori principali nell’inquinamento delle città italiane. Secondo l’ultimo report Mal’Aria di città 2025 di Legambiente, oltre il 70% dei capoluoghi italiani supera i nuovi limiti UE per il PM10, e quasi il 50% per il biossido di azoto (NO₂).
Focus geografico: priorità alle aree più inquinate
Gli incentivi non saranno distribuiti in modo uniforme. Il piano prevede un focus sulle aree più critiche dal punto di vista dell’inquinamento, con particolare attenzione alla Pianura padana, tra le zone più inquinate d’Europa. Anche le aree urbane di media e grande dimensione e le zone ad alto tasso di pendolarismo saranno probabilmente prioritarie.
Una strategia che punta a massimizzare l’impatto positivo sulla qualità dell’aria, favorendo il ricambio del parco auto proprio dove è più urgente. Il Parlamento ha recentemente approvato il Piano nazionale per il miglioramento della qualità dell’aria, che prevede quasi 2,5 miliardi di euro di investimenti in mobilità, agricoltura, edilizia e campagne di sensibilizzazione.
Un ritardo che pesa sul mercato
Vale la pena ricordare che questi incentivi erano già stati annunciati lo scorso maggio con partenza prevista per giugno. Il rinvio a settembre ha generato incertezza tra consumatori e operatori, bloccando molte decisioni di acquisto e contribuendo a rallentare ulteriormente la transizione elettrica in Italia. Un’occasione persa, almeno temporaneamente, per dare slancio a un settore che nell’ultimo periodo non ha brillato.
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