Il suo pubblico più affezionato lo sa bene: Paolo Bonolis sa passare da una battuta scherzosa, al limite del demenziale, ad analisi della contemporaneità ben più acute ed elevate. Da “Avanti un altro” fino al “Senso della vita”, il conduttore ha dimostrato nella sua lunga carriera di saper far divertire il pubblico con trovate semplici, immediate, oppure stimolarlo a ragionamenti su argomenti molto più profondi. E l’ha sempre fatto con uno stile così leggero ma mai banale, e continuando a divertirsi.
Ospite di Giacomo Poretti a PoretCast, il suo podcast, Bonolis ha spaziato tra gli argomenti più disparati, alternando momenti di grande comicità ad altri di tutt’altro spessore. Parlando del suo rapporto con i social, si è lanciato in alcune riflessioni su come oggi gli smartphone influenzino la nostra vita.
Paolo Bonolis racconta i tre grandi problemi di chi è dipendente dallo smartphone
È noto che Paolo non ami il mondo dei social e, tolti rari casi, non ha mai voluto rispondere pubblicamente o farsi coinvolgere in altri modi ogni volta che usciva un nuovo pettegolezzo su sua moglie Sonia Bruganelli. Durante la chiacchierata, Giacomo Poretti ha fatto notare al pubblico che ancora oggi Paolo non possiede uno smartphone, ma un vecchio modello di cellulare che non ha accesso a Internet. Così ha commentato Bonolis:
“Attraverso lo smartphone – al quale stiamo delegando tutto – stiamo perdendo competenze che abbiamo impiegato milioni di anni a sviluppare. Memoria, per esempio. È tutto lì dentro ormai. Io mi ricordavo tutti i numeri di telefono. E poi i rapporti interpersonali: sono stati stravolti da un linguaggio nuovo, fatto di simbolini, faccine, abbreviazioni. Il linguaggio stesso sta perdendo forza.”
Per Bonolis, questa dipendenza ci porta ad abituarci a una velocità diversa da quella della vita reale.
“Tutto è rapido, tutto è immediato. Ma se ti abitui a vivere in un mondo senza spazio e senza tempo, nella realtà vera – quella in cui vivi fisicamente – fai una fatica enorme. E allora non sei più disposto a faticare. Ma se non sei disposto a faticare, non dai valore alle cose. Perché il valore di una cosa è determinato proprio dalla fatica che fai per ottenerla. Se non fai fatica per avere qualcosa, quella cosa non ha valore. E non la difenderai mai.Vivrai in superficie. Dove una cosa vale l’altra. E questo vale per tutto: per gli oggetti, per i legami, per le relazioni.”
L’ultimo aspetto, a suo avviso altrettanto importante, è che le persone oggi siano più concentrate sull’apparire che sul vivere. Così conclude Bonolis:
“Oggi, con questi dispositivi, ognuno racconta la versione ideale di sé. Non ciò che è, ma ciò che vorrebbe che gli altri vedessero. Ma non fanno nulla per esserlo davvero. L’importante è raccontarsi bene, non vivere bene. Viviamo di narrazioni, non di esistenze.”