Il duetto tra Serena Brancale e Alessandra Amoroso è stato uno dei momenti più chiacchierati dell’ultimo Festival di Sanremo. Dopo aver incantato tutti con l’interpretazione di “If I Ain’t Got You” di Alicia Keys, le due artiste hanno deciso di regalarci un brano inedito: “Serenata“, che trovate già nella nostra Playlist RDS 100% Grandi Successi ma che soprattutto potrete sentire quest’estate sul palco del nostro imperdibile RDS Summer Festival. Ecco i suoi segreti.
La nascita di “Serenata”: un’idea post-Sanremo
Ma come è nata l’idea di questo duetto? Serena Brancale ha raccontato i retroscena al settimanale Chi: “Il giorno dopo le prove (di Sanremo, ndr) Alessandra mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Scriviamo un pezzo insieme‘”. Così, da una semplice telefonata, ha preso forma “Serenata”.
Puglia e sirtaki: il cuore di “Serenata”
“Questa canzone è interessante perché c’è una sorta di sirtaki, il ballo tradizionale greco, che è molto romantico, poetico. Si parte lenti e si arriva a un’accelerazione, e poi è un brano made in Puglia, quindi ci trovi anche molta pizzica“, ha spiegato Serena. Una fusione di sonorità che rende il brano originale e profondamente legato al territorio.
Serena ha anche riflettuto sulla sua passione per i tormentoni: “Il tormentone è un’operazione commerciale che ti dà il tormento, un’operazione musicale fatta in maniera eccelsa che piace a tutti. Ho sempre adorato i tormentoni, anche se, quando andavo al conservatorio, non ho mai pensato che a 36 anni ne avrei fatto uno“. E a quanto pare, l’obiettivo è stato centrato.
Un incontro fortuito e un’intesa immediata
Quello che rende ancora più interessante questa collaborazione è che Serena e Alessandra non si conoscevano prima di Sanremo. La scelta di Alessandra come ospite per la serata delle cover è stata di Serena: “Quando cercavo un ospite per i duetti di Sanremo ho pensato a lei, sono partita dall’alto. E mi ha detto subito di sì”. L’intesa è nata subito: “Ci siamo videochiamate e abbiamo cominciato a prenderci in giro, abbiamo superato subito l’imbarazzo di non conoscerci”.
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