Il 30 luglio 1966 le radio di musica di tutta l’America interruppero le trasmissioni per dare lettura di una tragica notizia. Bob Dylan, il giorno prima, era rimasto coinvolto in un incidente di moto ed era stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale. Nei giorni seguenti arrivarono ulteriori dettagli sull’incidente di Dylan con la sua Triumph 500 e sul ricovero al Middletown Hospital, dove i medici gli avevano riscontrato la frattura di diverse vertebre, una commozione cerebrale e contusioni varie al volto e al cuoio capelluto.
Da quel momento cominciarono a girare voci incontrollate (e allora non c’erano i social): Dylan è morto, Dylan è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico, Dylan è uscito sfigurato dall’incidente e il suo pubblico non lo vedrà mai più, e altre di quelle che oggi chiameremmo fake news.
Dylan, in realtà, era chiuso a curarsi nella sua casa di Woodstock e comunicava solo attraverso l’uso di un citofono con la moglie, a cui aveva dedicato una lunghissima canzone inclusa nel suo disco uscito da un paio di mesi, ovvero quel Blonde on Blonde, doppio LP considerato tra i massimi capolavori dell’intera storia della musica rock.
La copertina di Blonde on Blonde aveva due particolarità: l’immagine a colori sfocata di Bob, che il fotografo Jerry Schatzberg confessò trattarsi di un suo errore e non di una scelta voluta, e una foto all’interno dell’album che ritraeva una bellissima e giovane diva del cinema italiano: Claudia Cardinale. Schatzberg spiegò che Dylan vide la foto nel suo studio, esposta insieme ad altri scatti legati al mondo del cinema che gli servivano per allestire una mostra e un libro. Bob chiese di mettere la foto della Cardinale tra le immagini all’interno della copertina del disco.
Quando i legali dell’attrice vennero a conoscenza di quelle foto pubblicate senza autorizzazione, minacciarono azioni legali: così la casa discografica di Dylan si affrettò a rimuovere la foto e ristampò l’album in una nuova versione. Ma questa scelta contribuì a generare una delle più curiose rarità del collezionismo rock: le prime copie americane con la Cardinale all’interno divennero oggetti da inseguire, scambiare e valutare.
Ancora oggi circolano come cimeli per appassionati e collezionisti di un vinile diventato estremamente raro, con il sorriso strepitoso e lo sguardo ammaliante della Cardinale che, da parte sua, scoprì l’accaduto solo a posteriori, quando una fan le chiese un autografo porgendole il disco con la sua immagine stampata. L’attrice dichiarò di esserne rimasta lusingata.
