C’è un profondo e duraturo legame tra Luca Carboni e il mare, e – più in generale – verrebbe da pensare con l’estate, tra desiderio, riflessione e (talvolta) malinconia.
 Non è un mare generico il suo, ma è precisamente – e aggiungiamo romanticamente – quella parte dell’Adriatico su cui si affaccia la Romagna. Un mare speciale, fatto di incontri, avventure, sogni, di cuori trovati e – di anno in anno – ritrovati per taluni, spezzati per altri.
 Impossibile non far caso a tutto questo, da quando – era il 2 gennaio del 1992 – è uscita una delle sue canzoni più celebri: “Mare mare“, secondo estratto dal quinto album in studio, intitolato appunto “Carboni” (album che contiene tra gli altri, “Ci vuole un fisico bestiale“, “La mia città“, “L’amore che cos’è“, “Le storie d’amore“).
 
 
 “Mare mare” è il simbolo del viaggio, quello reale – questo sì – ma anche ideale. Un viaggio dunque, ma non un viaggio banalmente materiale e fine a se stesso quanto, a ben vedere, un viaggio interiore fatto di interrogativi iniziali e certezze finali “cosa son venuto a fare se non ci sei tu“).
 Brano introspettivo, in “Mare mare” il mare (per sua natura amato, ostile e infine rispettato) si mescola con l’uomo, e l’acqua diventa così l’habitat naturale di quest’ultimo: per similitudine, non è affatto ardito collegare il brano scritto da Luca Carboni al celebre quadro di Savador Dalì, “Ragazza alla finestra“, dipinto in cui il paesaggio passa in secondo piano rispetto alla dimensione esistenziale della protagonista del quadro, che era poi Aña Maria, sorella dell’autore dell’opera.
 Il testo di “Mare mare” è di Luca Carboni, mentre la musica è stata curata – oltre che dallo stesso Carboni – anche da Mauro Malavasi: con questa canzone, Carboni si aggiudicò il Festivalbar del 1992.
 
Compie 31 anni “Mare mare”: il testo della canzone
Ho comprato anche la moto
 usata ma tenuta bene
 ho fatto il pieno e in autostrada
 prendo l’aria sulla faccia
 Olè tengo il ritmo prendo un caffè
 lo so
 questa notte ti troverò
 Son partito da Bologna
 con le luci della sera
 forse tu mi stai aspettando
 mentre io attraverso il mondo
 Alè questa notte mi porta via
 olè questa vita mi porta via…
 mi porta al mare
 Mare, mare, mare
 ma che voglia di arrivare lì da te, da te
 sto accelerando e adesso ormai ti prendo
 mare, mare, mare
 ma sai che ognuno c’ha il suo mare dentro al cuore sì
 e che ogni tanto gli fa sentire l’onda
 mare, mare, mare
 ma sai che ognuno c’ha i suoi sogni da inseguire sì
 per stare a galla e non affondare no, no
 Ma son finito qui sul molo
 a parlare all’infinito
 le ragazze che sghignazzano
 e mi fan sentire solo
 sì ma cosa son venuto a fare
 ho già un sonno da morire
 Va beh, cameriere un altro caffè
 per piacere
 alè tengo il ritmo e ballo con me
 Mare, mare, mare
 cosa son venuto a fare se non ci sei tu
 no, non voglio restarci più no, no, no,
 mare, mare, mare
 cosa son venuto a fare se non ci sei tu
 no, non voglio restarci più no, no, no,
 mare, mare, mare
 avevo voglia di abbracciare tutte quante voi
 ragazze belle del mare, mare,
 mare, mare, mare
 poi lo so
 che torno sempre a naufragare qui..
 
 Immagine di copertina: cover album “Carboni“
 
                       
              
  
  
  
  
  
  
  
                     
                     
                     
                    
            