Gli appassionati di cucina, ma soprattutto di show culinari come È sempre mezzogiorno, spesso si sono chiesti che fine faccia il cibo una volta che le telecamere si spengono. Un argomento che da sempre è al centro di numerosi dibattiti e, in passato, anche di qualche polemica.
Oggi i regolamenti riguardanti la preparazione e la conservazione del cibo sono sempre più rigidi e quindi diventa difficile destinare il cibo preparato al consumo di terzi, come mense di beneficenza o per servirlo al pubblico.
Il cibo del programma non può essere venduto
Partendo dal presupposto che È sempre mezzogiorno è un set televisivo, non rispecchia i requisiti a cui sono sottoposti ristoranti o laboratori. Non è necessario quindi, per lo show, sottoscrivere alcun certificato. Alcuni piatti vengono preparati in anticipo e i tempi di realizzazione possono subire modifiche in base alle esigenze di registrazione. Per questo motivo non è possibile vendere, donare o somministrare il cibo a proprio piacimento.
Cosa succede al cibo avanzato a È sempre mezzogiorno
Il cibo utilizzato durante È sempre mezzogiorno non va comunque sprecato: è stata individuata una soluzione ottimale che permette di riutilizzarlo senza danneggiare nessuno.
Infatti, viene conservato alla fine delle riprese direttamente dallo chef che lo ha cucinato, che lo porta con sé, oppure viene condiviso a cena dall’intero gruppo che ha partecipato alla realizzazione della puntata. Anche gli alimenti non utilizzati, ma perfettamente conservati nella loro confezione originale, vengono riutilizzati in nuove pietanze per le puntate successive o destinati all’uso privato di qualcuno della squadra.
In questo modo, dietro le quinte, non va sprecato nulla, nemmeno gli impasti avanzati. Un approccio che contribuisce a rafforzare lo spirito di gruppo e che dimostra come sia possibile conciliare le esigenze dello spettacolo con la riduzione dello spreco alimentare.