Durante un esperimento di fusione nucleare, grazie a una telecamera ad altissima velocità che riprende 16.000 fotogrammi al secondo, per la prima volta si è potuto, all’interno del processo, vedere come un plasma di idrogeno portato a temperature di decine di milioni di gradi possa fondere i nuclei atomici e liberare energia pura.
Studiando la fusione solare nel reattore ST40
Gli scienziati studiano il processo di fusione nel reattore nucleare ST40, all’interno dei laboratori di Tokamak Energy, un’azienda britannica che da anni lavora per replicare sulla Terra il motore che alimenta il Sole. Il loro obiettivo è rendere il plasma più stabile applicando sottili strati di litio sulle pareti interne del reattore, che entrano in contatto diretto con il gas incandescente.
Durante l’esperimento, il litio si trasforma in uno spettacolo visivo entusiasmante: quando attraversa le zone più fredde prende una colorazione di un rosso intenso, mentre, quando si avvicina gradualmente alle zone più calde, diventa verde-giallo, sintomo che si sta ionizzando. Le scie dei colori tracciano il percorso che fa il litio all’interno del reattore.
Una rivelazione che permette di verificare l’andamento in diretta dell’esperimento, invece di dover aspettare settimane di analisi come si faceva prima dell’avvento della nuova, veloce telecamera. Questa tecnica, inoltre, permette di testare i regimi X-point radiator (XPR), che raffreddano i bordi del plasma prima che arrivino a contatto con le pareti dell’ST40. Questo consente di ridurre l’usura dei materiali, garantendo lo stesso livello di potenza senza aumentare il rischio di instabilità.
Insomma, l’azienda sta facendo passi da gigante nello studio della fusione nucleare, come dimostrato anche dalla sostituzione del rivestimento in carbonio con quello realizzato con il molibdeno, un materiale molto più resistente alle temperature estreme.
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