Il disegno di legge, che punta a integrare la legge 53 del 2000, introdurrebbe due nuove forme di permessi retribuiti per i lavoratori: la prima propone tre giorni di permesso retribuito in caso di morte del proprio cane o gatto; la seconda invece otto ore all’anno di permesso retribuito per accudire l’animale in caso di malattia.
Studi scientifici confermano che il dolore per la perdita di un animale può durare da sei mesi fino a oltre un anno, con effetti simili a quelli causati dalla perdita di un familiare umano. Inoltre, numerose ricerche sottolineano il ruolo positivo che cani e gatti svolgono nel ridurre la solitudine e persino alleviare i sintomi di depressione e ansia.
Un passo avanti verso una società più umana e consapevole
Questa proposta di legge, è limitata, almeno inizialmente, a cani e gatti per una questione di tracciabilità legale: grazie al microchip e all’iscrizione all’anagrafe animale, è possibile accertare con facilità proprietà e convivenza, riducendo il rischio di abusi da parte dei lavoratori e semplificando la gestione per i datori di lavoro.
Includere il lutto per un animale tra i casi che giustificano un permesso retribuito significa avvicinare la normativa del lavoro alla vita vera delle persone. Si tratterebbe di un passo in avanti fondamentale visto che in Italia oltre la metà delle famiglie convivono con un gatto o un cane. Speriamo che questo provvedimento legislativo diventi realtà quanto prima.
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