Dopo oltre tre decenni di assenza, i fiori di loto sono finalmente tornati a colorare il lago Wular, nel cuore del Kashmir. Questo storico bacino d’acqua dolce, tra i più grandi dell’Asia, non è solo uno spettacolo naturale: per generazioni ha sostenuto le comunità locali grazie al nadru, il gambo commestibile del loto, ingrediente prezioso della cucina tradizionale kashmira.
Negli anni ’90, però, il lago aveva subito gravi danni a causa di alluvioni che avevano depositato enormi quantità di sedimenti sul fondale, soffocando le piante e riducendo drasticamente la biodiversità. La superficie del lago si era quasi dimezzata e l’area era diventata degradata, arrivando persino a ospitare rifiuti.
Il ritorno dei fiori di loto nel lago Wular: una storia di rinascita
La svolta è arrivata nel 2020 grazie alla Wular Conservation and Management Authority (WUCMA), che ha avviato un ambizioso progetto di recupero ambientale. Milioni di metri cubi di sedimenti sono stati rimossi e oltre due milioni di alberi di salice, responsabili dell’accumulo di detriti, sono stati abbattuti. Così il lago ha ritrovato la sua profondità originaria e il flusso del fiume Jhelum è stato ripristinato.
pink lotus flowers have re-emerged in wular lake, kashmir for the first time in 30 years! pic.twitter.com/RnG5248JGz
— a brown archive ✰ (@flyestdesi) August 31, 2025
Oggi, il ritorno dei fiori di loto è tangibile non solo a livello ecologico, ma anche culturale ed economico. Il nadru è di nuovo raccolto dalle famiglie locali, permettendo la rinascita di piatti tradizionali del wazwan, il banchetto kashmiri che celebra sapori antichi e memoria collettiva. Chef e famiglie stanno riscoprendo ricette che sembravano perdute, riportando in tavola i sapori “delle nonne”.
Gli esperti sottolineano come la fioritura dei loto dimostri che la cura dell’ambiente può rigenerare ecosistemi, economie locali e legami culturali. Il lago Wular resta un habitat cruciale per gli uccelli migratori e un simbolo di resilienza ambientale per tutta la regione. La sua rinascita dopo 30 anni è un esempio concreto di come interventi mirati possano trasformare un paesaggio degradato in un patrimonio naturale e culturale rigenerato.
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