Un tuffo che vale una storia di rinascita. Mercoledì 12 novembre, Saphira, giovane esemplare di Lepidochelys kempii, la tartaruga marina più rara al mondo, è tornata finalmente nelle acque di Praiano, in Costiera Amalfitana, dopo mesi di cure specialistiche. Un rilascio emozionante, accompagnato da un messaggio potente: il mare può guarire, se noi impariamo a proteggerlo davvero.
Una delle tartarughe più rare del pianeta avvistata (e liberata) in costiera amalfitana: il video spettacolare
Saphira era stata soccorsa lo scorso giugno dall’equipaggio del Plaghia Charter, coordinato da Domenico Sgambati e Alba Fagnano, dopo la segnalazione arrivata dall’Area Marina Protetta Punta Campanella. Era debole, disorientata, con ferite preoccupanti e un nuoto del tutto sbilanciato. Trasferita d’urgenza al Turtle Point di Portici, centro della Stazione Zoologica Anton Dohrn, il quadro clinico è apparso subito complesso.
@la.repubblica Rieccola, finalmente in forze, mentre guadagna la libertà: Saphira è una tartaruga di Kemp, tra le specie più rare nel Mediterraneo. È stata rilasciata nel mare di Praiano, in Costiera amalfitana, dopo un periodo di cure e convalescenza al Turtle Point della Stazione zoologica Anton Dohrn, dove era stata trasferita lo scorso giugno. Alcuni diportisti l’avevano individuata, debilitata, nello stesso tratto di mare, segnalandola all’area marina protetta Punta Campanella. Saphira aveva una ferita sulla testa, compatibile con l’impatto con una imbarcazione, e aveva ingerito grandi quantità di plastica, tra cui spugne sintetiche e frammenti di materiali vari. Al rilascio in mare, sottolineato da applausi di incoraggiamento, hanno assistito decine di persone: un Gps mostrerà i suoi spostamenti nel Mediterraneo. A cura di Pasquale Raicaldo Stazione zoologica Anton Dohrn #tartatuga #praiano #costieramalfitana ♬ suono originale – la.repubblica
Le TAC eseguite dal CIRV hanno escluso danni cerebrali, mentre gli esami neurologici e oftalmologici dell’Università Federico II hanno confermato l’assenza di deficit permanenti. L’origine del problema era un’altra: enormi quantità di plastica ingerita. Spugne sintetiche, frammenti, materiali vari. Una condizione che aveva causato costipazione, malnutrizione e un falso senso di sazietà.
“La riscontriamo in oltre l’85% degli esemplari ospedalizzati”, spiega il dott. Andrea Affuso del Turtle Point. Grazie a un protocollo riabilitativo mirato, Saphira ha ripreso forza, fino a essere pronta per tornare a nuotare libera.
E questa volta non sarà sola: grazie alla collaborazione con Sea Shepherd Italia e IMilani Società Benefit, porta con sé un trasmettitore satellitare FastLoc GPS. “In rarissimi casi questi animali raggiungono il Mediterraneo”, racconta Sandra Hochscheid, ricercatrice della Stazione Zoologica. “Sapere dove vanno e come si muovono è fondamentale per proteggerli”.
Un simbolo fragile ma potente, come ricorda anche Andrea Morello di Sea Shepherd Italia: “Saphira non è solo una tartaruga che torna al mare: è un simbolo di resilienza e di alleanza tra scienza, tecnologia e azione diretta”.
Il suo tuffo dalla spiaggia di Praiano è più di una liberazione: è un invito urgente. Difendere il mare significa difendere noi stessi.
Foto: iStock
