Dopo sei settimane di testimonianze e interrogatori serrati, il processo a carico di Sean “Diddy” Combs è arrivato a un punto cruciale. I pubblici ministeri hanno chiuso la presentazione delle prove nel caso federale che vede il magnate dell’hip hop accusato di traffico sessuale, coercizione, frode e attività di gruppo criminale.
Arrestato a settembre 2024 a New York, Diddy è rimasto in carcere da allora. Secondo l’accusa, l’artista avrebbe organizzato degli eventi a sfondo sessuale chiamati “freak-off”, durante i quali le donne venivano costrette ad avere rapporti con prostitute, mentre lui osservava e si divertiva. Accuse pesantissime, che il rapper nega con fermezza, sostenendo che tutti gli atti siano stati consensuali.
Un processo mediatico e scottante
Alla sfilata dei 34 testimoni hanno preso parte nomi noti come Cassie Ventura (ex compagna di Combs), Kid Cudi, e numerosi ex dipendenti dell’artista. Testimonianze che hanno raccontato un mondo oscuro, fatto di eccessi, manipolazioni e paura.
Ma la strategia della difesa ha spiazzato tutti: nessun testimone presentato. Combs stesso si è rifiutato di testimoniare, spiegando al giudice federale Arun Subramanian: “È una mia decisione presa insieme ai miei avvocati”. In aula, ha poi cercato di mostrare deferenza verso il giudice: “Come sta lei, Vostro Onore? Sta facendo un ottimo lavoro”.
La strategia della difesa di Diddy
Pur senza testimoni, i legali di Diddy hanno puntato tutto su messaggi d’amore datati 2012 tra Combs e la Ventura — in cui lei si definiva la sua piccola “mostruosità” — nel tentativo di ridimensionare la narrativa dell’abuso. Hanno inoltre evidenziato incongruenze tra le dichiarazioni dei testimoni e gli interrogatori precedenti, e messo sotto pressione l’attendibilità delle presunte vittime.
Alla chiusura del caso da parte dell’accusa, la difesa ha chiesto l’assoluzione immediata secondo la cosiddetta Regola 29, sostenendo che le prove non siano sufficienti per dimostrare la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio. Il giudice non ha ancora deciso su questa istanza.
E adesso cosa succede?
Proprio oggi, giovedì 26 giugno, la giuria torna in aula per ascoltare le arringhe finali. Da venerdì 27, potrebbe già ritirarsi per deliberare. Il verdetto, però, potrebbe richiedere ore, giorni o persino settimane.
In caso di condanna su tutti i capi d’accusa, Diddy rischia l’ergastolo. La sua carriera e la sua immagine pubblica, nel frattempo, restano appese a un filo.
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