Con più artisti italofoni in gara che mai e l’Italia in finale con Lucio Corsi e San Marino rappresentato da Gabry Ponte, l’edizione 2025 dell’Eurovision è particolarmente sentita nel nostro Paese. Tra entusiasmo, scommesse e classifiche provvisorie, una domanda continua a circolare con insistenza tra i fan più curiosi: quanto si vince davvero all’Eurovision Song Contest?
La risposta, per molti, potrebbe sorprendere.
Eurovision, si vince senza vincita: cosa ottiene davvero il primo classificato
L’Eurovision non è un talent show televisivo come X Factor o The Voice. Non prevede un premio in denaro. Nessun montepremi, nessuna cifra tonda su cui fantasticare. Il vincitore (artista e Paese) riceve un microfono in cristallo — icona simbolica dell’evento — ed entra in una narrazione collettiva che vale ben più di un assegno.
Negli ultimi anni, con l’espansione della manifestazione anche al di fuori dell’Europa, si è parlato più volte dell’introduzione di un premio economico vero e proprio. Ma anche per l’edizione 2025, non ci sono conferme ufficiali su una somma in palio.
Il vero valore: visibilità globale
Ciò che conta, all’Eurovision, è il capitale simbolico e mediatico. Una vittoria o anche solo una performance ben riuscita possono letteralmente cambiare una carriera. L’eco è globale: centinaia di milioni di spettatori, contenuti virali, reaction in ogni lingua, streaming record e nuove opportunità discografiche.
Artisti come i Måneskin o Loreen, in contesti e momenti diversi, hanno sfruttato l’Eurovision per aprire nuovi mercati. E anche chi non vince può finire sotto i riflettori internazionali, come sta accadendo proprio in queste settimane con Tommy Cash, in gara per l’Estonia con Espresso Macchiato: bersaglio di polemiche e meme, è già tra i nomi più chiacchierati della competizione. Non a caso, ha appena pubblicato un remix con Tony Effe, segno che qualcosa si muove — e non solo in termini artistici.
Il Paese vincitore si aggiudica l’onere e l’onore di ospitare l’edizione successiva, operazione che richiede investimenti importanti ma porta anche grandi ritorni di immagine e turismo. L’artista, invece, può aspettarsi:
- un’esposizione mediatica senza precedenti,
- un’impennata negli streaming e nelle vendite,
- inviti a festival e show in tutta Europa (e oltre),
- una forte crescita di follower e interazioni social,
- offerte di collaborazione da artisti e produttori internazionali.
In altre parole: non si vince denaro, ma si può guadagnare tantissimo.
In un contesto dove tutto è spettacolo e monetizzazione, l’assenza di un montepremi economico può sembrare una stranezza. Ma Eurovision ha una logica tutta sua: non è un gioco a premi, ma un palcoscenico culturale, musicale, politico e commerciale dove la vittoria è solo l’inizio — non il fine.
Per Lucio Corsi, Gabry Ponte, Tommy Cash e tutti gli altri in gara, l’obiettivo non è portarsi a casa un assegno: è farsi vedere, sentire e — se possibile — restare impressi. Magari per sempre.
Foto: LaPresse.