Per quanto Carlo Conti continui a scherzare sul cast, mostrandosi più che rilassato sulla tabella di marcia per Sanremo 2026, pare in realtà che il clima sia piuttosto teso.
Allontanato il rischio che il festival cambiasse location, possibilità che ha tenuto banco per tutta l’estate dando vita alle ipotesi più assurde, ora è finita sul tavolo una nuova richiesta che potrebbe far saltare l’accordo tra la kermesse e le etichette discografiche.
Come spiega Rockol, che ha potuto verificare l’indiscrezione interpellando fonti della music industry, la Rai avrebbe introdotto nel contratto per Sanremo una nuova clausola che imporrebbe alle etichette di “assumersi la responsabilità del comportamento dei propri artisti in occasione delle esibizioni sul palco del Teatro Ariston”.
Sanremo 2026: la clausola anti-Blanco fa discutere
Molti siti di gossip ci hanno subito scherzato sopra, ribattezzando questa richiesta come “la clausola anti-Rosa Chemical” o “anti-Blanco”, ricordando due dei casi più eclatanti di “fuori programma” successi sul palco dell’Ariston.
Secondo gli addetti ai lavori, però, la nuova modifica nel contratto è stata presa più che seriamente. Le etichette discografiche si dovrebbero assumere la responsabilità di possibili danni che i propri artisti potrebbero causare, magari rovinando proprietà della Rai o del Teatro Ariston, o addirittura a livello penale attraverso dichiarazioni considerate diffamatorie.
Il rischio economico potrebbe aumentare di molto e, sempre stando a quanto riporta Rockol, la bozza del contratto è stata rimandata alla Rai e considerata “inaccettabile”.
Dopo il braccio di ferro sui rimborsi spese per gli artisti, ora inizierà una nuova e lunga contrattazione anche su questo punto?