Sono trascorsi ben 23 anni da quando il Kursk, il sottomarino russo a propulsione nucleare K-141, colò a picco provocando la morte di ben 118 membri dell’equipaggio. Accadde esattamente il 12 agosto del 2000, nel mare di Barents, esattamente a nord della Russia.
Il sottomarino nucleare, lungo oltre 150 metri per oltre 10 mila tonnellate di peso, entrato in servizio nel 1995, affondò a 100 metri di profondità e a ben 150 km di distanza dalla più vicina base di Severomorsk, in Russia.
Due esplosioni, avvenute il 12 agosto alle 11.30 del mattino, ma la notizia giunse soltanto due giorni dopo. La più grande tragedia della marina russa, è anche la fonte di due storie controverse. Due teorie, una ufficiale e un’altra ufficiosa che – ai più – è parsa tutto, fuorché inverosimile…
Kursk: la ragione ufficiale
Due esplosioni, secondo l’esito di una commissione d’inchiesta che si è conclusa nel 2002: una dopo l’altra, durante una fatale esercitazione. La prima esplosione da 100 kg di tritolo, cui ne seguì un’altra ben più potente.
La colpa sarebbe stata di un siluro difettoso, mentre la seconda esplosione (40 volte più potente della precedente) non sarebbe stata altro che il frutto degli esisti inevitabili della prima esplosione.
Il motivo scatenante? Una fuoriuscita di perossido d’idrogeno, ovvero il propellente dei siluri.
Insomma, un tragico incidente
Kursk: teoria del complotto o verità negata?
A farne parola, attraverso un documentario, fu Maurice Stradling: non un uomo qualunque, ma precisamente un ex alto funzionario del ministero della difesa britannico. Quello stesso giorno, il Kursk non era solo. In quelle acque, per ammissione del governo americano, c’erano anche due sottomarini USA di classe Los Angeles: il Memphis e il Toledo. Il Toledo avrebbe ricevuto l’ordine di seguire il Kursk, mentre il Memphis, non avrebbe dovuto far altro che restare in disparte e seguire il tutto da una certa distanza.
Ma il Toledo avrebbe urtato il sottomarino russo, che – per ritorsione – avrebbe armato i siluri contro il Toledo. Percepito il pericolo, il Memphis intervenne lanciando un siluro sul Kursk e l’esplosione del secondo siluro, fu una conseguenza di quel primo siluro. Stando sempre a questa teoria, gli USA cancellarono 10 mld di dollari di debito da parte dei russi.
Teoria del complotto? Va da sé che quando parte del Kursk fu recuperato (mentre l’altra parte fu distrutta in fondo al mare) si vide chiaramente un foro circolare sulla carcassa del sottomarino russo.
La domanda è legittima: fu il siluro del Memphis?
Detto ciò, l’immagine del foro sulla fiancata del Kusk, in rete si può ancora trovare, benché – tra tutte le immagini del relitto – sia una tra le più rimosse sui social network.
Il Kursk: le immagini del relitto
Immagine di copertina tratta da Instagram.