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La rivoluzione francese del tessile: un disegno di legge per combattere il fast fashion

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Pubblicato il 12/06/2025
Di Team Digital
La rivoluzione francese del tessile un disegno di legge per combattere il fast fashion


In Francia è in atto una rivoluzione. Ma questa volta non ci sono barricate o ghigliottine: a finire sotto accusa è la moda usa e getta. Con 337 voti favorevoli e uno solo contrario, il Senato francese ha approvato quasi all’unanimità il disegno di legge pensato per ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile. Un passaggio cruciale verso quella che potrebbe diventare la prima legislazione europea anti-fast fashion, capace di mettere un freno a colossi come Shein e simili. Ora la palla passa alla commissione mista per armonizzare le versioni votate da Senato e Assemblea Nazionale.


Un settore che inquina più di aerei e navi messi insieme


Il testo nasce dalla consapevolezza di un dato allarmante: il settore tessile produce circa il 10% delle emissioni globali di gas serra, superando perfino le emissioni complessive generate da voli e spedizioni internazionali. La legge francese mira quindi a decarbonizzare la filiera della moda, colpendo soprattutto i marchi che fondano il proprio modello di business sull’ultra fast fashion.


Cos’è l’ultra fast fashion e come vuole combatterlo la Francia


Il disegno di legge introduce per la prima volta una definizione legale di “mode ultra-express”, basata su tre criteri: volume di produzione molto elevato, rinnovo rapidissimo delle collezioni, durata breve dei prodotti e scarso incentivo alla riparazione


I dettagli verranno fissati tramite decreto, ma già ora si stabilisce che le aziende rientranti in questa categoria dovranno esporre messaggi di sensibilizzazione ambientale sui propri siti e piattaforme, incentivando il riutilizzo, la riparazione e il riciclo dei capi.


Il cuore della legge è il sistema di bonus-malus: per ogni capo considerato “fast fashion”, le piattaforme dovranno versare un eco-contributo. La tassa sarà di almeno 5 euro a capo nel 2025, salendo a 10 euro nel 2030, ma con un limite massimo del 50% del prezzo del prodotto. I fondi raccolti verranno destinati alle aziende più virtuose e ai sistemi di raccolta e riciclo.


E non finisce qui: vietata qualsiasi forma di pubblicità per i marchi che rientrano nella categoria dell’ultra fast fashion. Inclusi influencer e content creator, che rischiano multe fino a 100.000 euro in caso di promozione. Un punto fortemente voluto dal Senato, che ha inasprito il testo originario approvato dall’Assemblea.


Il primo passo di un cambiamento globale?


La Francia si candida così a diventare apripista nella lotta alla moda insostenibile, cercando di spingere l’industria verso un modello più etico e responsabile. Ma la sfida è appena cominciata. Il passaggio in commissione mista sarà decisivo per capire se e come questa legge entrerà in vigore, e se potrà davvero cambiare le regole del gioco per la moda europea.



Foto: Unsplash.


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