Benché ribadito in ogni dove, pare che in molti abbiano realmente fantasticato sul fatto che la Tesla lanciata una settimana fa in orbita, potesse atterrare realmente su Marte, visto che la traiettoria è proprio quella e visto – soprattutto – che il vero obiettivo dell’ambizioso Elon Musk è esattamente quello di portare l’uomo sul Pianeta Rosso.
La verità è che la Tesla rossa attualmente nello Spazio, si avvicinerà a Marte – passando nella fascia di asteroidi che c’è appunto tra la Terra e Marte – ma non potrà entrare a contatto con il suolo marziano.
Questo per via del Protocollo per la protezione planetaria. Ma cos’è?
Ecco perché la Tesla di Elon Musk non atterrerà mai su Marte
Il Protocollo per la Protezione Planetaria, stabilisce che ogni attrezzatura destinata all’esplorazione di un altro pianeta, dev’essere totalmente sterile al fine di non contaminare il suolo di questo o quel pianeta: nel caso specifico, Marte. Il punto è chiaro: si tratta di difendere gli altri pianeti dai microorganismi terrestri, evitando la cosiddetta contaminazione biologica. Va da sé che i lavori per rendere un qualsiasi strumento totalmente sterile, sono lunghi e (dettaglio non di poco conto) sarebbero anche troppo costosi: tanto più che stando agli astrobiologi Alberto Fairen della Cornell University e Dirk Schulze-Makuch della Washington State University, nel caso specifico, l’habitat marziano non permetterebbe in ogni caso ai nostri microorganismi di proliferare. Tutto questo ha già aperto in passato un fronte in America, tra chi sostiene che queste spese siano troppo cortese e per certi versi inutili, e tra chi invece sta facendo di tutto per salvaguardare il Pianeta Rosso da ogni possibile contaminazione, che in realtà (e qui viene il bello) potrebbe esserci già stata.
Intanto, da come vien facile da intuire, il protocollo per la protezione planetaria pare abbia avuto la meglio e la Tesla di Elon Musk, potrà sì dare un’occhiata a Marte, ma pur sempre da una certa distanza.
