Succede a Roma, patria della dolce vita e di uno dei dessert più amati al mondo, ma questa volta l’Italia non sale sul gradino più alto del podio. Al World Trophy of Professional Tiramisù, il Campionato Mondiale dedicato interamente al dolce simbolo del Made in Italy, a trionfare è stata Aya Okada, pasticcera giapponese originaria di Ishikawa. Una vittoria che ha lasciato tutti a bocca aperta, considerando che proprio il tiramisù è uno dei simboli più riconoscibili della tradizione dolciaria italiana.
World Trophy of Professional Tiramisù: chi ha vinto il premio come miglior tiramisù del mondo
La gara, organizzata dalla Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria, ha riunito a Roma i migliori maestri pasticceri del pianeta. Un evento in cui la creatività, la tecnica e la capacità di reinterpretare la tradizione si sono mescolate in un’esplosione di sapori. E a spuntarla, con una precisione e un’eleganza tipicamente giapponesi, è stata proprio Aya Okada, che ha conquistato la giuria grazie a un equilibrio perfetto tra consistenza, dolcezza e presentazione.
L’Italia, comunque, non è rimasta a mani vuote. A rappresentarci è stata Milena Russo, originaria di Capo d’Orlando (Messina), che ha conquistato il secondo posto con un tiramisù apprezzato per la sua struttura classica e il sapore autentico. A completare il podio, il marocchino Simon Loutid, che ha ottenuto la medaglia di bronzo.
Un risultato che fa riflettere e allo stesso tempo conferma quanto il tiramisù sia ormai diventato un dolce internazionale, capace di ispirare chef e pasticceri da ogni parte del mondo. Il paradosso è che l’Italia, patria del tiramisù, organizza il campionato e lo ospita nella sua capitale, ma a vincerlo è una pasticcera che arriva dal Giappone.
E non è un caso isolato. Quest’anno, infatti, il Giappone ha già conquistato anche la Coppa del Mondo di Pasticceria, prestigiosa competizione internazionale nata nel 1989 per iniziativa del MOF Gabriel Paillasson. In quell’occasione, l’Italia si era classificata sesta, confermando che il livello globale della pasticceria è ormai altissimo e che il nostro primato, per quanto storico, non è più scontato.
Certo, resta il fatto che il tiramisù nasce in Italia e che nessuno può vantare la stessa tradizione e passione con cui viene preparato nel nostro Paese. Ma la vittoria giapponese ci ricorda una verità importante: la cucina, anche quando è simbolo d’identità, è un linguaggio universale. E chi lo parla con talento, anche dall’altra parte del mondo, può scrivere una pagina di storia dolce come questa.
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